Il titolo questa volta non è un grugnito ma il nome giapponese degli animaletti (e non solo) imbottiti realizzati a maglia o all’uncinetto. Ammettiamolo, pupazzetti che rispondono a questa descrizione fanno parte della tradizione italiana e li facevano tutte le nostre nonne… perché cercare quindi un nome esotico? perché sembra che in Giappone sia impossibile fare qualcosa senza renderla carina e coccolosa… Se volete cimentarvi, basta una breve ricerca su google per trovare decine di progetti, anche tradotti in italiano, gratuiti e con istruzioni passo a passo.
Nel mio caso però ho deciso di affidarmi alla fonte ed acquistare tramite la mia rivenditrice giapponese di fiducia un libro interamente dedicato alla realizzazione dei personaggi del mondo di Hello Kitty a punto basso. In giapponese, ovviamente, che io non leggo… almeno non nel testo. I giapponesi però hanno la meravigliosa abitudine di dare gli schemi di lavoro a ferri ed all’uncinetto in forma grafica, con delle chiarissime istruzioni per la realizzazione, al punto che gli usuali “5 cat., 2 pt bass.” ecc sono turco (altra lingua per me inintelligibile) a confronto.
Se avete dei problemi a leggere gli schemi, ma non avete problemi con l’inglese, vi consiglio questo sito dove sono tutti illustrati, ma nel mio caso lo schema delle spiegazioni era illustrato alla fine del libro.
Nel caso della mia Kitty, ho lavorato in angora con un uncinetto dell’1,5, decisamente da togliersi gli occhi, ma se viaggiate in treno o avete qualche amica con cui passare i pomeriggi (e a cui fare venire la vostra passione), testa e corpo si completano in un paio di pomeriggi chiaccherando amabilmente e prendendo il the… le parti restanti sono questione di pazienza per lavorare in tondo su pochi punti. Gli abiti richiedono un po’ più di tempo, in alcuni casi sono previsti interi corredini intercambiabili, ma nel caso della mia bambolina era un semplice abitino dritto, venuto più corto del previsto perché non avevo ovviamente la possibilità di usare lo stesso filato del corpo. Se guardate le scarpe ai piedi, vedrete che si presenta lo stesso problema
Ad essere sincera avrebbe dovuto essere un regalo per l’Epifania, e le foto del montaggio erano state fatte a tempo debito… salvo poi incappare nel terribile problema delle rifiniture:
posso fare quasi tutto all’uncinetto, ma datemi un ago in mano per ricamare e sembrerà che io abbia zoccoli al posto delle dita! Ad ogni modo prima era solo una questione di materiali, poi, una volta deciso per il filo moulinè da ricamo, credo di aver riprovato gli occhi in tutti i modi, cercando di seguire le istruzioni che in questo caso non sembravano per nulla convincenti… alla fine ho optato per guardare bene le foto e fare in modo che assomigliassero a quelli raffigurati. A seguire lavaggio per togliere la ceratura dell’angora (ed un po’ degli aloni lasciati sul filo bianco candido dalle mie dita e dagli errori di ricamo occhi). Il risultato nella foto iniziale, arrivato in ritardo di soli 12 giorni sul compleanno di mia nipote 😉 Avanti il prossimo!